Terapia Genica per il trattamento della LHON: ritirata la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio
Come comunicato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e da GenSight Biologics, lo scorso 20 aprile la casa farmaceutica ha ritirato la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per la terapia genica sperimentale per il trattamento della perdita visiva nella Neuropatia Ottica di Leber (LHON).
La terapia genica è un approccio terapeutico che si differenzia in modo sostanziale dalle terapie utilizzate fino ad oggi per questa malattia. Infatti, cerca di correggere il difetto genetico responsabile della malattia, eradicandola alla sua origine nel paziente trattato. Pazienti e medici nutrono quindi un’importante aspettativa sull’utilizzo di questa metodica.
La domanda è stata ritirata dopo che l’ EMA, valutate le informazioni fornite dall’azienda, ha dato un parere provvisorio.
Il parere dell’EMA
Secondo l’EMA, i risultati degli studi non hanno mostrato una differenza significativa nella visione degli occhi trattati con la terapia genica (via iniezione intravitreale con l’agente terapeutico) rispetto a quelli che hanno ricevuto un placebo (in alcuni casi una finta iniezione, in altri una iniezione con placebo). Inoltre, gli studi non hanno fornito prove sufficienti per dimostrare che l’iniezione del principio attivo “lenadogene nolparvovec” in entrambi gli occhi possa portare benefici ai pazienti. Al momento del ritiro, l’Agenzia riteneva dunque che i benefici di questa terapia non fossero superiori ai suoi rischi.
I pazienti affetti da neuropatia ottica ereditaria di Leber presentano mutazioni genetiche che colpiscono i componenti che producono energia nelle cellule nervose degli occhi. A causa di una di queste mutazioni, la più frequente, le cellule non sono in grado di produrre un componente dell’enzima NADH deidrogenasi (o Complesso I), noto come subunità NADH deidrogenasi 4 (ND4).
Il principio attivo “lenadogene nolparvovec”, si basa su un virus adeno-associato che contiene il gene senza mutazione per questo enzima. Quando il farmaco viene iniettato nell’occhio, il virus dovrebbe trasportare il gene nelle cellule consentendo loro di produrre la subunità ND4. La terapia genica mira quindi a salvaguardare l’integrità delle cellule ganglionari della retina, affette dalla neurodegenerazione nella LHON, impedendo che il processo patogenetico che causa il danno visivo arrivi a compimento con completa irreversibilità. Come la maggior parte delle terapie geniche, il trattamento è “one shot” e la somministrazione si effettua nella cavità del bulbo oculare mediante iniezione intravitreale.
Che cosa ha presentato l’azienda a sostegno della sua domanda?
L’azienda ha presentato i risultati di due studi principali che hanno coinvolto 76 pazienti con neuropatia ottica ereditaria di Leber causata dalla mutazione m.11778G>A. I pazienti in questi studi hanno ricevuto un’iniezione del farmaco in un occhio, mentre nell’altro occhio hanno ricevuto una finta iniezione (considerata come placebo). Entrambi gli studi hanno esaminato l’efficacia della terapia nel migliorare la vista rispetto al placebo dopo 48 settimane.
Un terzo studio ha seguito i pazienti dei due studi e ha testato la loro vista tre anni dopo le iniezioni.
Un quarto studio, che ha coinvolto 98 pazienti, ha confrontato il trattamento di entrambi gli occhi con il principio attivo, con il trattamento di un occhio con il principio attivo e l’altro con una vera iniezione con placebo.
Questo ritiro riguarda i pazienti che partecipano a studi clinici o a programmi di uso compassionevole?
L’azienda ha informato l’Agenzia che per i pazienti già trattati e che stanno partecipando a studi clinici o a programmi di uso compassionevole non ci saranno conseguenze. I pazienti in attesa di avere accesso all’uso compassionevole dovranno invece attendere nuove indicazioni da parte della casa farmaceutica.
Il punto di vista dei pazienti
In Italia come nel resto d’Europa, sulla base dei risultati degli studi, l’approvazione di “lenadogene nolparvovec” da parte della Commissione Europea era un traguardo atteso da molti pazienti, in quanto la terapia genica eviterebbe a migliaia di persone che hanno avuto una recente diagnosi di LHON di perdere la vista con un impatto significativo sulla qualità della loro vita, una volta comprovata l’efficacia in via definitiva secondo i criteri adottati da EMA.
Articolo realizzato in collaborazione con il Prof. Valerio Carelli, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche (ISNB), Ospedale Bellaria, Unità di Neurologia, Dipartimento di scienze biomediche e neuromotorie (DIBINEM) – Università di Bologna