Malattie mitocondriali e vaccini anti Covid-19: facciamo il punto
Dopo il via libera di AIFA alla vaccinazione per la fascia pediatrica dei bambini tra 5 e 11 anni e l’estensione della terza dose ai soggetti di età maggiore ai 18 anni, quello dei vaccini anti Covid-19 è nuovamente un tema prioritario che solleva numerosi quesiti. Abbiamo fatto il punto con il Comitato Scientifico Mitocon per fare chiarezza e ricordare che il vaccino può essere un alleato contro il Covid-19 anche per le persone con malattie mitocondriali, per le quali valgono comunque le raccomandazioni del Ministero della Salute rivolte ai “soggetti fragili”.
La vaccinazione in età pediatrica
Dal prossimo 16 dicembre, le dosi pediatriche (con dosaggio ridotto) del vaccino Pfizer autorizzato da Ema e Aifa per la fascia di età 5-11 anni saranno disponibili in tutta Italia. Secondo il parere della comunità scientifica è importante vaccinare i bambini innanzitutto per loro stessi, per proteggerli dall’infezione.
Come evidenzia la Commissione Tecnico Scientifica AIFA (CTS) nel suo parere “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”. I bambini, come gli adulti, sono inoltre a rischio di sviluppare disturbi cronici post-infezione di lunga durata (Long COVID).
La vaccinazione nei bambini “fragili”, con immunodepressione e patologie croniche, è ancora più importante. Sul tema si è espressa anche la Società Italiana di Pediatria-SIP che in una serie di FAQ, risponde ai dubbi più frequenti delle famiglie. La SIP sottolinea che i bambini con malattie croniche, soprattutto quelli con disabilità neurologiche e immunodeficienze, devono essere vaccinati in quanto sono più a rischio di essere ospedalizzati e di morire a causa dell’infezione da Sars-CoV-2.
In ogni caso è sempre raccomandato consultare il proprio Pediatra e rivolgersi al Centro Specialistico presso cui il bambino è in cura per raccomandazioni specifiche.
La dose di richiamo per i soggetti dai 18 anni
Per quanto riguarda la dose “booster” (di richiamo), Ministero della Salute, AIFA e ISS, con la circolare congiunta del 25 novembre, hanno esteso la necessità della somministrazione anche ai soggetti dai 18 anni di età, a partire dal 1 dicembre. In particolare, la circolare raccomanda “di garantire la priorità di accesso alla vaccinazione ai soggetti ancora in attesa della dose addizionale (pazienti trapiantati e gravemente immunocompromessi) e ai più vulnerabili a forme gravi di Covid-19 per età o elevata fragilità.”
La dose di richiamo in questa fascia di età può essere somministrata indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario e purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi (150 giorni) dal completamento dello stesso.
In conclusione, la nostra comunità scientifica è concorde nel ritenere che:
- la vaccinazione sia fortemente indicata per i bambini in fascia di età tra i 5 e gli 11 anni, ancora di più nei soggetti definiti fragili come i bambini affetti da malattia mitocondriale.
- La terza dose sia fortemente indicata per tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni con priorità di accesso per i soggetti fragili come le persone affette da malattia mitocondriale.